L’intitolazione del Centro all’indimenticabile Presidente Natale Bolognesi, prematuramente scomparso il 1° gennaio 2006, rende omaggio all’uomo che instancabilmente è sempre stato in prima fila per denunciare i soprusi e le carenze del servizio sanitario pubblico, e che si è sempre impegnato nel modo del volontariato.
Per dare conto delle sue innumerevoli attività, riportiamo di seguito alcuni stralci tratti dal libro “Tè s’a deit”, scritto dal fratello Giorgio.
L’AVIS di Montiano
La sua partecipazione ad un gruppo d’iniziativa sociale cominciò a diciotto anni, quale promotore della sezione Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue) del Comune di Montiano costituita nel 1960.
Nasce il Gruppo Aido di Savignano sul Rubicone
Natale (Lino) ha potuto riscuotere generosa collaborazione dai soci delle varie realtà di volontariato tutt’altro che oziose gli hanno tributato approvazione e stima per la diffusione dei valori della solidarietà il cui tramite fu il Gruppo A.I.D.O. (Associazione Italiana per la Donazione di Organi) con sede centrale a Bergamo, che nel 1971 fu la prima città a dare origine a questo tipo di associazione, e che è stata istituita nel 1976 anche a Savignano sul Rubicone.
Infatti, il desiderio di dare vita a questo sodalizio cominciò a far pulsare in alcuni cittadini la decisione di riunirsi per costituire il 6 maggio 1976 il Gruppo A.I.D.O. di Savignano sul Rubicone. La data di fondazione ricorda, fra le altre cose, il terribile terremoto nel Friuli.
Il comitato promotore fu eletto in casa Branducci, dove oltre alla signora Iris Scalpellini, padrona di casa, erano presenti i signori: Quinto Comandini, Raffaele Rocchi, Vittorio Spadazzi, Agostino Sapignoli, Edgardo Branducci, Romeo Campielli, Michele Guidi, Eros Pabifiali, Luigi Zabelloni, Ernesto Baiocchi (1916-1999) e il dottor Amedeo Brici, medico all’ospedale Santa Colomba dal 1970 al 1980, che ricorda: “Silvano Bellavista un giorno mi chiamò, per dirmi che c’era Lino Bolognesi che aveva piacere di parlarmi, ‘ma chi è?’ dissi io, ‘tu lo conosci?’ me lo presentò e ci intendemmo subito e feci parte del Gruppo”.
Il primo Consiglio Aido era così formato:
- Natale Bolognesi presidente
- Raffaele Rocchi vice presidente
- Luigi Zebelloni vice presidente
- Vittorio Spadazzi segretario
- Agostino Sapignoli amministratore
- Iris Scalpellini organizzazione
- Nevio Mestrello addetto stampa
- Giuseppe Galassi delegato provinciale
- Edgardo Branducci consigliere
Il presidente, in data 28 maggio 1976, comunicò i nominativi alla sede Aido provinciale di Forlì.
Il dottor Giorgio Maltoni, allora presidente provinciale Aido, destinatario della comunicazione, il 6 giugno si congratulò con Natale Bolognesi per l’avvenuta costituzione del Gruppo Aido di Savignano sul Rubicone.
Nel giro di un mese, il neonato gruppo con sede provvisoria presso “Foto Pino”, in via Cesare Battisti, di Luigi Zebelloni e con recapito presso i Magazzini Branducci in Corso Perticari, raccoglie 61 adesioni.
In breve tempo nel comprensorio raccolse un numero crescente di adesioni, fino a rasentare le 2.000, compresi gli associati dei comuni di cui il Gruppo di Savignano sul Rubicone fu matrice, cioè Roncofreddo, Borghi, Gatteo, San Mauro Pascoli , Bellaria Igea Marina e Longiano.
È doveroso ricordare l’instancabile attività svolta a fianco del presidente dal segretario Ernesto Baiocchi, fra l’altro compositore di bellissime Zirudèli.
Il Centro per i Diritti del Malato
Una nuova associazione si affacciava nel panorama del volontariato, si trattava del Centro per i Diritti del Malato. A Savignano sul Rubicone, per iniziativa di Lino, fu costituita il 18 novembre del 1988 e il 2 gennaio 1989 il sodalizio regolarizzò la propria posizione giuridica con atto costitutivo presso il notaio Alberto Ricci di Rimini.
E in forza di questa nuova istituzione del Comprensorio del Rubicone, venne organizzata una conferenza-dibattito sul tema “La Sanità nel Comprensorio del Rubicone, la situazione dell’Ospedale Santa Colomba”. In questa occasione, Lino denunciò pubblicamente le carenze del nosocomio savignanese: “L’estate scorsa mancavano le lenzuola per i cambi e i malati erano tenuti nelle sporcizie”.
Bolognesi, tornò a segnalare carenze igieniche il 26 agosto 1989 con un esposto alla Procura della Repubblica, cui fece seguito un sopralluogo dei carabinieri dei NAS di Bologna che confermarono i rilievi evidenziati nella denuncia.
Il ricordo di Natale Bolognesi
Alcune testimonianze fanno capire la personalità e la forza d’animo di Lino Bolognesi nell’ambito del volontariato.
L’avvocato Pierino Buda che gli è stato molto amico, ricordandolo con affetto e stima, dice che “Era un uomo che di fronte alle ingiustizie, aveva la capacità di indignarsi e il coraggio di fare sentire la sua voce di denuncia pubblicamente, con un messaggio critico e vibrante, che al giorno d’oggi non è cosa da poco, in quanto il menefreghismo e l’indifferenza spesso imperano. Non gli mancavano i tratti del trascinatore, era capace di attirare attorno a sé l’opinione pubblica senza indietreggiare nella protesta, neppure di fronte alla denuncia, fatta contro di lui nel tentativo di inibire e frastornare l’orgoglio della manifestazione di piazza.
Lino continuò con coerenza a dedicare energie senza tornaconti di sorta, agendo per il bene del suo paese, con la predisposizione e lo spirito di servizio verso gli altri, in particolare i più bisognosi.
Quando aveva un’idea in testa, anche in qualità di socio della Banca Romagna Est, riusciva a ottenere i consensi necessari per metterla in pratica. Entrare nelle scuole per educare i bambini al risparmio, ad esempio, è stata un’idea geniale, portare le scolaresche all’interno della banca per illustrare loro il lavoro e i vari ambienti, dimostrando grandi qualità di comunicatore, anche attraverso l’uso della Tv locale con la promozione di varie conferenze, coagulando su Savignano sul Rubicone l’attenzione del comprensorio, e non sono cose da poco queste.
‘Tè s’a deit’ diceva al momento di decidere e una volta deciso, non voleva dormirci sopra, ‘Via, via’ cominciava subito a sollecitare l’esecuzione del progetto appena concordato.” (Avvocato Pierino Buda, 11 ottobre 2006)
Sergio Gridelli ricorda che “l’impegno di Lino nel sociale non subiva soste. Per quanto ‘appartato’ ne avvertiva le situazioni, e come responsabile del Centro Diritti del Malato, non era certo distratto alle esigenze dei più deboli. Cera anche lui sabato 21 giugno 1997 in Piazza Maggiore a Bologna nella manifestazione per la difesa dell’Ospedale, sfilando da Porta San Felice fino a Piazza del Nettuno, dove prese la parola.
Decise di fare parte della Lista Civica per le amministrative del 1999, ci trovammo in casa sua per organizzare la lista, e fu sempre entusiasta e convinto della partita: ‘Me a deg cai la femm’, diceva durante la campagna elettorale, convinto della vittoria. La simpatia era un altro elemento che lo distingueva. Alla chiusura della campagna elettorale mi disse ‘Adès va so e di che sa pardem a stasem in te Cunsei distèss”. Vincemmo e cominciò a seguirmi in tutte le conferenze sulla sanità. E dopo i vari interventi mi diceva: ‘Mè avreb carghè ad piò’ (Io avrei caricato di più) nel senso che sapeva fare lui.
In effetti, si prendeva a cuore le varie situazioni anche da consigliere comunale, sempre pronto a pungolarmi non solo a difesa dell’Ospedale, ma anche in altri ambiti. Ad esempio, quando la stazione ferroviaria fu declassata, per non lasciare il fabbricato in abbandono, occorreva contattare i funzionari delle Ferrovie dello Stato per studiare come dare un futuro all’immobile, per un suo eventuale utilizzo sociale. Riuscire a prendere un appuntamento con gli organi competenti era difficoltoso, a causa dei tanti aspetti di ordine burocratico.
Allora Natale, che era dotato di senso pratico, a mia insaputa riusciva a prendere appuntamento presso quello o quell’altro funzionario e io praticamente dovevo seguirlo. A tale proposito andò perfino a Roma per parlare con un funzionario delle Ferrovie dello Stato, peraltro senza appuntamento, e con una scusa ‘sono in giro da due giorni’, facendosi così ricevere. Insomma, quando si metteva un’idea in testa andava avanti a testa bassa e la portava fino in fondo.
Altro progetto in cui mise tutte le energie fu il trasferimento del servizio del 118 nell’area della stazione ferroviaria.” (Sergio Gridelli, 13 ottobre 2006)